Nelle Sala Agello del Museo Civico di Crema e del Cremasco si è appena conclusa una mostra molto particolare. L’esposizione di un artista attivo sin dagli anni ’60 il quale, però, dal 1997 non si è più presentato al pubblico. Parliamo di Enrico Coti Zelati, detto Chico. Sono stati gli amici a convincerlo a organizzare una nuova mostra a 20 anni dalla sua ultima personale. Chico è un pittore autodidatta e, dando uno sguardo alle sue opere, è piuttosto semplice riscontrare un netto richiamo alla corrente impressionista.

I suoi dipinti spaziano dal ritratto (proprio e di terzi) alla rappresentazione del paesaggio (da quello Cremasco, campagnolo e rustico, a quello tipicamente costiero della Liguria) fino alla raffigurazione della natura in primo piano. Ciò che rende originali le sue opere è la fluidità attraverso la quale riesce a cambiare il proprio tratto stilistico a seconda del soggetto raffigurato.
Possiamo difatti notare l’influenza da parte di importanti artisti come Monet, Van Gogh e Rembrandt. Chico coglie ispirazione dai grandi maestri e rielabora le loro impronte artistiche in uno stile personale e versatile.
Insomma, una mostra di spessore che ridà vigore al territorio campagnolo cremasco e al paesaggio ligure.
L’espressività è figlia dell’emozione. Forse Chico voleva dirci, con i suoi quadri, che dovremmo concedere più attenzione a ciò che ci gravita intorno. Ed emozionarci, renderlo nostro.
